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sabato 29 giugno 2013

La sQuola: ritrovo di idioti



Chi pensa che la scuola sia luogo di crescita esclusivamente culturale, può anche chiudere questo post.
Sono sempre stato uno studente mediocre, con voti medio-bassi e una voglia di studiare paragonabile alla voglia di andare a pisciare quando sei a letto.
Sono sempre stato uno studente con idee mie che troppo spesso mi han portato a conflitti pesanti con compagni e professori, cosa che dal mio punto di vista, è ridicola.
A me piacerebbe stringere la mano su cui ho sputato a chi ha deciso che il docente è un essere superiore cui portare rispetto incondizionatamente, che possiede il ridicolo diritto di giudicarmi.
Un professore a rigor di logica dovrebbe rappresentare un punto di riferimento cui rivolgersi per chiarimenti inerenti alla materia, cui ispirarsi in varie situazioni ma soprattutto: su cui poter contare riguardo qualunque cosa all'interno della classe.
L'insegnante dovrebbe insegnare. Non impartire.
Vedo docenti pagati, che entrano in classe perennemente in ritardo senza scusarsi con gli alunni PAGANTI.
Vedo docenti che beffeggiano alunni meno bravi o motivati in qualcosa, godendo delle risate che si diffondono nel resto della classe.
Vedo docenti che inculcano le loro idee politiche, morali e strutturali in teste adolescenti che tutto vogliono, tranne che lavaggi del cervello.
Vedo docenti che umiliano ragazzi, che aiutano le classi a escludere persone, che non trattano gli alunni da persone.
Una classe dovrebbe essere un gruppo di persone che spinte dal medesimo obiettivo, lottano in collettivo per ottenerlo. Nessuno vuole perdere l'anno, nessuno vuole debiti formativi, nessuno vuole saltare una gita scolastica o un uscita occasionale al parco.
Ciò che però si può notare, è esattamente l'opposto di ciò che dovrebbe essere: classi disgregate in gruppi minimali capeggiati dal gallo o gallina di turno. Venti, venticinque persone in una stanza che si giudicano, attaccano e umiliano a vicenda, senza motivo.
Ma la scuola cos'è realmente?
Sono dell'idea che questa struttura dovrebbe rappresentare un luogo di crescita SOCIALE oltre che culturale.
Gli alunni dovrebbero imparare a rispettarsi a vicenda, aiutarsi, volersi bene così da costruire un gruppo. Ecco cosa manca, il gruppo.
Un professore come punto d'appoggio e riferimento, su cui poter contare in ogni situazione. Valutazioni che non servono a giudicare ma a spronare così da indurre miglioramenti su ogni genere di alunno in ogni materia.
Non siamo tutti geni, a nessuno piace passare un pomeriggio di sole in casa davanti ad un libro che di buono ha solo l'odore.
Io personalmente sono una frana nelle materie umanistiche, ma datemi un foglio e vi disegno qualcosa di unico. Se, aiutati dal professore che grazie alla sua maturità ovviamente (in teoria) più elevata della nostra, imparassimo a condividere le nostre "doti", potremmo davvero arrivare a risultati nuovi.
Te aiuti me, io aiuto te. Entrambi aiutiamo un altro, lui aiuta noi. Ecco la classe, ecco la scuola, ecco il rispetto che serve, ecco l'unione ed ecco il professore che fa il suo lavoro.
Ci insegna a stare al mondo. Ci insegna a sbagliare. Ci insegna ad insegnare e ad imparare e, cosa più importante, insegna altrettante cose a se stesso.
Solo perché ha 50 anni non vuol dire che sappia tutto o che non possa imparare niente da un ragazzo/a, solo perché ne ha viste di più, non vuol dire che abbia visto le stesse cose.
Svegliatevi cazzo.
Alle assemblee si fa solo casino, alle occupazioni si rimane a casa, nelle gite c'è sempre il più "fortunato" che rimane senza compagni di stanza visto che nessuno lo vuole.
Ero uno di quelli, ma mi vergogno dei miei ex compagni, non di me.

Tornerò da Re

2 commenti:

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