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lunedì 5 agosto 2013

BLASFEMIA.

Ammesso e non concesso che esista un punitore per questi fantomatici peccati capitali, quante di queste colpe sono realmente attribuibili a noi?
Secondo la scienza siamo frutto dell'evoluzione, secondo la religione siamo una scelta del Signore.
Una scelta azzardata visti i risultati discutibili, ma nessuno è immune dagli errori.
Quattro piccoli medaglioni, rappresentanti la Morte di un peccatore, il Giudizio Universale, l'Inferno, il Paradiso, sono disposti agli angoli della tavola, circondando un cerchio più grosso dove sono raffigurati i vizi capitali e, nella "pupilla", Cristo che si erge dal proprio sepolcro, entro un fascia di raggi dorati che simboleggiano l'occhio di Dio. Sotto questa figura, si nota una scritta in latino: "CAVE CAVE DEUS VIDET" (Attenzione, attenzione, Dio vede ).Le sette scene dell'"iride" mostrano questi peccati capitali ciascuno con la propria indicazione in latino: in basso si trova l'ira, poi in senso orario Invidia, Avarizia, Gola, Accidia, Lussuria e Superbia.
Perché il Santissimo, dovrebbe aver dato vita a una specie vivente capace di commettere tali errori?
Il libero arbitrio è solo una scusa discolpante, visto che ci è impossibile scegliere di non peccare...
Anche il Papa è un peccatore.
Lussuria: è ricco da fare schifo e vive nei ricami d'oro e nei troni che valgono più di casa mia.
Superbia: anziché prostrarsi ai piedi degli altri, viene lodato come fosse lui stesso un Dio dimenticando che è solo un portavoce che dovrebbe comportarsi nel modo più simile possibile a Cristo, così da dare l'esempio.
Gola: con decine di cuochi dietro, è difficile per un signore anziano darsi una regolata nell'alimentazione.

Perché esser incolpati di un qualche peccato, quando è stato lo stesso Cristo a darci la possibilità di errare?
Adamo ed Eva si trovarono di fronte ad un serpente che parla in un albero di mele piantato dal Santissimo.
Non fu Cristo dunque, a indurci nell'errore?
Il consiglio di non mangiare la mela, una pacca sulla spalla e amici come prima. Ma per favore!
Scegliere tra il vivere sotto la schiavitù di un Dio, in un noioso prato abitato da sole due persone, pieno di regole e di punizioni se infrante e completamente ciechi. O scegliere una vita di bivi la cui meta è una posizione orizzontale nella bara pagata anche cara dai nostri familiari.
Non potevamo avere una qualche opzione migliore?
Condannati in un prato o condannati in terra.
E' Dio il vero peccatore.
Avaro e meschino tenne per lui il segreto della resurrezione, agevolando solo se stesso quando fu il momento.
Non ci insegnò a moltiplicare i cibi o trasformarli, così da ridurci a combattere per un pezzo di pane e morire di fame o di sete.
Non ci insegnò a camminare sull'acqua, così da spazzarci via con il diluvio universale.
Non ci spiegò cosa sarebbe successo peccando, così che noi capimmo di poter solo stare meglio vivendo alla giornata.
Tenne per se tutta questa sapienza e saggezza che tanto vantava, usando le sue doti da bravo esibizionista e rendendo così la sua immagine unica.
E' colpa sua, non nostra.